Il progetto Educarsi al Futuro e la campagna SUSTAIN
“Educarsi al Futuro” è un progetto di collaborazione scientifica dell’ENEA, (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’Energia e lo sviluppo sostenibile) con le scuole sui temi connessi al futuro sostenibile: energia, ambiente, nuove tecnologie, cambiamenti climatici, fonti rinnovabili, consumo responsabile, diritto internazionale, cooperazione nordsud, ecoetica.”Il progetto trae ispirazione dal pensiero di Edgard Morin: “Ciò che manca al nostro sistema educativo è un insegnamento dedicato all’epoca planetaria in cui viviamo nul la ci insegna lo stato del mondo in cui siamo.” (Morin E., La testa ben fatta, trad. di S. Lazzari, Cortina, Milano 2000)Così l’Ing. Giovanni De Paoli, coordinatore nazionale per l’ENEA del progetto, una decina di anni fa lanciava nelle scuole italiane la Campagna SUSTAIN (Sustainable Future Students African Italian Network). SUSTAIN è una campagna diretta a creare partenariati tra scuole italiane ed africane interessate a scambiare esperienze didattiche e formative e a stabilire nuove relazioni tra gli studenti delle diverse regioni. Attraverso SUSTAIN si propone agli studenti di una scuola italiana, con il dono di qualche euro, di acquistare un kit fotovoltaico con il quale “illuminare” una scuola africana da loro prescelta. Gli studenti diventano così protagonisti di un’azione concreta a favore degli Obiettivi del Millennio, per contrastare la povertà, promuovere l’educazione primaria e la sostenibilità ambientale, attraverso la diffusione di nuove tecnologie sostenibili.ENEA e MIUR siglavano nell’aprile del 2009 un protocollo di intesa attraverso il quale si invitavano tutte le scuole a far parte della “Rete nazionale di scuole per un futuro sostenibile”.Lo scopo era quello di lavorare assieme, con l’assistenza a distanza di ricercatori Enea, alla realizzazione di nuovi materiali didattici interdisciplinari da pubblicare, per darne la massima diffusione, sull’archivio del sito www.educarsialfuturo.it
Incrementi e tassi di crescita demografici (Fonte: Wikipedia e <venus.unive.it>).
lo sviluppo sostenibile e la cooperazione Internazionale Fra scuole. La settimana della cooperazione
Educare alla mondialità e alla cittadinanza attiva è la vera missione del progetto rivolto a studenti di tutte le età. Semplici considerazioni, fatte in un quadro sistemico di saperi, mettono in evidenza la necessità stringente di dover far uso con urgenza di energia elettrica producibile da fonti rinnovabili. Si stima che entro il 2050 la popolazione mondiale crescerà di due miliardi e il tasso di crescita è elevatissimo proprio nei paesi in via di sviluppo.L’esigenza di uno sviluppo sostenibile ci coinvolge tutti. I paesi poveri chiederanno quantità sempre maggiori di risorse naturali ed energia per raggiungere livelli di vita dignitosi; i paesi sviluppati dovranno modificare stili di vita, sviluppare nuove tecnologie e promuovere nuove fonti di energia perché i consumi globali del pianeta possano rispettare i limiti della biosfera. L’umanità, nel suo complesso, deve imparare a vivere in modo sostenibile.Oggi un miliardo e trecentomila persone non ha ancora accesso all’energia, mentre studi condotti in Antartide su carotaggi di ghiaccio hanno dimostrato inequivocabilmente che per 600.000 anni la concentrazione in atmosfera di CO2 si è sempre mantenuta fra 200 e 290 ppmv, ma negli ultimi 200 anni è aumentata passando da 280 ppmv a 380 ppmv ( parti per milione in volume ).
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha lanciato un preoccupante allarme: 400 ppmv è il limite di non ritorno. Purtroppo però, mentre i governi di tutto il mondo non riescono a concretizzare una strategia comune. Il nostro pianeta soffre per l’aumento della temperatura dovuto all’effetto serra causatodai gas climalteranti e in ogni angolo della terra si verificano catastrofi dovute ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, cresce vertiginosamente il consumo mondiale di energia, consumo che non potrà più essere soddisfatto dall’impiego di fonti fossili a causa del loro progressivo esaurimento.
Deve dunque crescere la consapevolezza che ai paesi poveri si dovranno assicurare quantità crescenti di risorse naturali e di energia in quanto essi non possono certo limitare i loro già esigui consumi. Allo stesso tempo I Paesi sviluppati dovranno ridurre i loro consumi e adottare stili di vita più moderati, applicare le conoscenze e le tecnologie di cui dispongono per vivere in città in cui sia possibile respirare aria pulita e dare impulso alla ricerca di nuovi sistemi per produrre energia senza danneggiare il nostro ambiente. In questo contesto il ruolo della scuola è di fondamentale importanza. Ma prospettare scenari catastrofici senza proporre nel modo giusto le soluzioni sarebbe un errore pedagogico gravissimo. Per questo occorre rendere le nuove generazioni consapevoli dei rischi che l’umanità corre, ma allo stesso tempo fornire loro le giuste soluzioni attraverso un uso pacifico delle nuove tecnologie ed una corretta e serena divulgazione scientifica dei saperi. Attraverso partenariati fra scuole, studenti dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo potranno condividere le migliori soluzioni sviluppando collaborazioni in un’ottica interculturale.
La scuola nuovo soggetto della cooperazione Internazionale
A conclusione del Forum della Cooperazione Internazionale “Muovi l’Italia, cambia il mondo”, tenutosi a Milano l’12 ottobre del 2012, nel Chair’s Summary il ministro Andrea Riccardi scriveva: “Abbiamo di fronte a noi la sfida del coinvolgimento dei giovani. La loro presenza a Milano ci fa ben sperare in vista della formazione di una nuova classe dirigente della cooperazione. E’ urgente definire un percorso professionale adeguato per i giovani cooperanti, senza disperdere la memoria istituzionale. Il legame scuolacooperazione deve entrare in modo sistematico nel piano dell’offerta formativa scolastica, favorendo l’educazione alla cittadinanza globale.” Sensibili a questo bisogno educativo, il Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, Giampaolo Cantini, e il Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del MIUR, Giovanna Boda, il 10 giugno del 2014 firmavano alla Farnesina una Dichiarazione congiunta sulla rea lizzazione della “settimana scolastica della cooperazione internazionale allo sviluppo. Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro. La settimana della cooperazione allo sviluppo nelle scuole permetterà di realizzare sinergie con i progetti di educazione allo sviluppo promossi dalla Cooperazione italiana insieme alle Ong e con le attività realizzate ogni anno dal Mae e dal Miur in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre).”
Il partenariato Fra l’I.I.S.S. “ A.Righi” di Taranto e Il centre de Formation professionnelle della città di Fada n’Gourman Burkina Faso
L’Istituto Righi negli ultimi tre anni ha sviluppato nell’ambito di progetti PON (Piano dell’Offerta Nazionale) e POF (Piano dell’Offerta Formativa), sotto l’egida dell’ENEA, corsi di formazione sulla progettazione di impianti PV in Isola (Offgrid) in partenariato con il CFP della città di Fada N’Gourma in Burkina Faso.Messa a punto presso il RIGHI una dispensa didattica bilingue italianofrancese, con il dirigente e i docenti del CFP veniva concordata la programmazione didattica del corso, fissando, oltre i tempi di svolgimento, i contenuti e le competenze che si volevano raggiungere.Per completare la preparazione degli studenti burkinabè, attraverso le necessarie attività di laboratorio previste nella programmazione didattica, nel maggio del 2013 venivano inviati in Africa, presso il CFP, un kit didattico e un set di strumenti di misura per l’allestimento di un laboratorio di verifiche e collaudi degli impianti fotovoltaici e, più in generale, per le misure in campo elettrotecnico.La consegna del kit fotovoltaico didattico, della potenza di 480 Wp, donato dagli studenti e da tutto il personale dell’Istituto RIGHI, e del set di misure donato attraverso le Consulte Provinciali degli Studenti di tutta Italia, è avvenuta in concomitanza di una missione sponsorizzata interamente da CONAD e realizzata in collaborazione con la ONG Shalom. Ad essa hanno preso parte cinque docenti e tre studenti facenti parte di diverse scuole di Taranto.Oggi, anche se con tempi necessariamente diluiti dovuti principalmente alle difficoltà di comunicazione, abbiamo formato, in partenariato con il Burkina Faso, circa 100 tecnici capaci di progettare, realizzare e soprattutto manutenere impianti di produzione di energia da fonte solare.
Quella di formare i tecnici in loco è stata la necessaria premessa per l’invio di nuovi kit destinati all’elettrificazione delle scuole dei villaggi rurali della Regione dell’Est del Burkina Faso ed in particolare della provincia del Gourma.Infatti la preoccupazione più grande era quella di evitare, donando semplicemente gli impianti, di costruire “cattedrali nel deserto” che alla prima avaria sarebbero rimasti inutilizzati vanificando così tanto lavoro.Al contrario proprio i neotecnici burkinabè saranno in grado di installare e gestire gli impianti donati dagli studenti italiani.Nella sottoscrizione dell’accordo di partenariato fra il RIGHI ed il CFP, quest’ultimo si impegnava a fornire la manodopera specializzata per realizzare le installazioni sotto forma di stage formativi da assegnare agli studenti più meritevoli.A sua volta venivano fissati dei veri e propri contratti, “fiches d’engagement”, fra il CFP e le autorità dei villaggi di Nayouri, Bandaoghin, Zecca e Dassamlagfo, in base ai quali i responsabili dei villaggi destinatari dell’installazione dei kit per l’illuminazione delle scuole pubbliche si impegnavano a sostenere le spese vive sopportate dal CFP (trasporto studenti, vitto e alloggio).Nel giugno di quest’anno venivano acquistati, con fondi rivenienti dalla Consulta Nazionale degli Studenti, i componenti per realizzare n.4 kit fotovoltaici della potenza nominale di 480 Wp, cablati nel laboratorio di misure elettriche del RIGHI con la instancabile collaborazione del tecnico di laboratorio, Antonio Friscni, e quella degli studenti.Nel luglio dello stesso anno i kit, grazie alla collaborazione della ONG Movimento Sviluppo e Pace di Torino, sono stati spediti in Burkina Faso via mare alla volta del CFP.
Questa dunque l’interpretazione del tutto innovativa di cooperazione internazionale attuata a Taranto: le scuole cooperano sul piano della formazione avviando partenariati in un’ottica interculturale.Per il futuro si immagina di creare delle microimprese di studenti italiani e burkinabè che possano in jointventure avviare anche scambi commerciali basati sulla conoscenza e diffusione delle più recenti tecnologie. Ecco che il dono degli impianti fotovoltaici diventa anche una possibile apertura di mercato e può avviare lo sviluppo di lavoro non solo in Africa ma anche in Italia.
Il villaggio scuola e le scuole della rete di Taranto. La creazione di reti Burkinabè
Il progetto Educarsi al Futuro “favorisce dunque lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà’ e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri” e attraverso la filosofia del “fare” “il potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratorio.” (Legge 13/07/2015, art. 1, comma 7)Ben presto gli studenti di Taranto hanno compreso che non si trattava solamente di elettrificare e illuminare le scuole dei villaggi rurali africani ma di condividere le proprie conoscenze, le proprie culture, le emozioni che la cooperazione allo sviluppo dona. Un progetto dunque etico, coinvolgente, emozionante creativo. A questi stimoli i docenti e gli studenti di Taranto hanno mostrato di essere molto sensibili immergendosi a capofitto in uno studio “diverso” che li ha visti direttamente protagonisti. Così nel 2012 si costituiva la Rete di scuole per un futuro sostenibile, con l’obiettivo di realizzare un progetto pilota di “villaggioscuola sostenibile”vol to a dimostrare le possibilità concrete per rendere autosufficiente una comunità di 200 studenti di un villaggio rurale africano attraverso l’autoproduzione di energia dal sole e del cibo necessari alla vita della comunità scolastica.Nel villaggioscuola un fondo agricolo di circa un ettaro sarà curato dagli stessi studenti residenti e consentirà di migliorare le tecniche di coltivazione ed allevamento del luogo, oltre che di sperimentare apparecchiature alimentate da energia solare e di primaria importanza per migliorare la qualità di vita rurale: pompe idrauliche, mulini per la macinazione dei cereali, potabilizzatori, forni per cucinare, lampade, ventilatori, radio, telefoni cellulari, PC e frigo per medicine. Il progetto del villaggioscuola è ambizioso quanto difficile da realizzare, nessuno lo nega, ma proprio per questo denso di quegli stimoli e sfide che affascinano gli studenti e i docenti. Si tratta ancora una volta di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e, poi, di raggiungerlo!Questo è già accaduto tante volte ma la determinazione e la tenacia di studenti , docenti e tecnici hanno fatto sì che obiettivi apparentemente impossibili da raggiungere poi venissero realizzati. I risultati di tanta determinazione non si son fatti attendere. Così, dopo gli studenti del RIGHI, gli studenti dell’I.P.S “Cabrini” e dell’I.I.S.S “Principessa Maria Pia”, sapientemente guidati delle docenti Lucia Laura Laterza, Mariaclaudia Salvaggio, Teresa d’Assisi e Maria Antonia Sardone, a conclusione di un corso organizzato nei rispettivi Istituti sui “Metodi e procedure di indagini chimiche dell’acqua di un pozzo dell’Africa subsahariana”, mettevano a punto un manuale bilingue, italianofrancese, e producevano un video dimostrativo attraverso il quale gli studenti burkinabè potranno effettuare autonomamente le analisi microbiologiche e chimiche dell’acqua attraverso l’impiego di test rapidi che gli studenti della rete invieranno alle scuole partner africane.
L’obiettivo è quello di dotare il villaggio di un laboratorio per analisi chimiche anche a vantaggio di tutta la popolazione limitrofa. Nel corrente anno scolastico si programma di avviare anche corsi in campo di sanità ed igiene. Ma l’inventiva e la generosità degli studenti non ha limiti quando è accompagnata dal cuore. Così lo studente Francesco Panico ha progettato un potabilizzatore solare col quale rendere utilizzabile per usi umani l’acqua di un pozzo, realizzandone persino un modello sperimentale!Grazie alla collaborazione scientifica offerta dall’ENEA si proverà a realizzare un prototipo che potrà essere inviato e testato in Africa.Della Rete di scuole fanno parte anche l’istituto di agraria I.I.S.S. “Mondelli “ di Massafra (TA), il Liceo Artistico “Calò/Lisippo” di Grottaglie (TA) il Liceo “Aristosseno” e l’Istituto Commerciale “Pitagra” di Taranto.I prossimi obiettivi da raggiungere sono quelli di avviare un campo agricolo per il sostentamento alimentare degli studenti del villaggioscuola, curare la comunicazione visiva e non “raccontando” le esperienze della rete, avviare un corso sulla “progettazione di una costruzione da destinare ad aula scolastica fondata sull’impiego delle tecnologie biocompatibili”. Un ultimo passaggio sarà quello di affiancare ad ogni scuola della rete di Taranto un’affine scuola burkinabè, allo scopo di sviluppare partenariati fra le due reti e rendere concreta la possibilità di realizzare il villaggio scuola con la collaborazione attiva della rete Africana.
Conclusioni
Scrive l’alunno del CFP, Guy Ouedrougou, al Prof. Giustino Melchionne, coordinatore del progetto SUSTAIN e della rete di scuole, appena rientrato dalla missione svoltasi in Burkina nel maggio del 2013:
“Salut ,mon très cher professeur, je vous remercie pour tous vos bienfaits, vous ne savez pas à quel point ça me réjouis à travers votre formation, j’ai bénéficié d’un bon nombre d avantage. Que le bon Dieu vous accorde plus de connaissance enfin que vous puissiez la partager dans le monde entier. Qu’il vous aide dans vos projet. Vous êtes des amis que je ne peut jamais oublier”.
Da quella parte del Mediterraneo c’è un mondo giovane, dignitoso, che non stende la mano per chiedere carità ma che vuole, con tutte le sue forze, crescere e per questo accoglie con disponibilità e senza false vergogne l’aiuto di quanti possono sostenerli nella crescita. Gli studenti della rete di scuole tarantine hanno ben chiaro questo e sanno che da questo incontro tra popoli riceveranno tanto, forse di più di quanto pensano di donare!
I.I.S.S. “A. RIGHI”, Taranto Sezione Puglia